Ero a letto con la febbre alta, ma a mio marito era troppo scomodo andare a prendere le medicine: e quando ha iniziato a urlarmi contro perché non avevo preparato la cena, la mia pazienza è crollata…

Gentilezza

Ero a letto con la febbre alta, ma a mio marito era troppo scomodo andare a prendere le medicine: e quando ha iniziato a urlarmi contro perché non avevo preparato la cena, la mia pazienza è crollata… 😢😲

Ero distesa a letto con quasi 39 di febbre. Tutto il corpo mi doleva, ogni osso sembrava estraneo. La testa pulsava così forte che mi faceva male persino aprire gli occhi. In casa non c’era una sola medicina e con fatica chiesi a mio marito di andare in farmacia.

— Vai tu, — disse infastidito. — Perché ti lamenti? Con un po’ di febbre non succede niente.

Chiusi gli occhi e mi misi un impacco freddo sulla fronte. Mi faceva male persino alzarmi dal letto. Resistevo, sperando che la febbre scendesse da sola.

All’improvviso mio marito entrò nella stanza.

— Come? Per tutto il giorno non hai cucinato niente? — la sua voce suonava esigente e dura.

— No, ho la febbre, mi è difficile persino alzarmi, — risposi piano.

— E non ti importa che io torni a casa dal lavoro affamato? Non vuoi darmi da mangiare?

— Se vai in farmacia a prendere le medicine, riuscirò ad alzarmi e a preparare la cena, — cercai di spiegare.

— Ti ho detto che sono stanco! — alzò la voce. — Sei una donna e hai l’obbligo di cucinarmi da mangiare. E poi in casa c’è disordine. Mia madre faceva sempre tutto, anche quando stava male. Ma voi donne moderne siete diventate tutte troppo delicate…

Le sue parole mi ferivano il cuore. Da una parte la febbre che mi faceva solo desiderare di chiudere gli occhi e sparire, dall’altra le umiliazioni inflitte da mio marito.

…A quel punto la mia pazienza crollò. Non ce la feci più e feci qualcosa di cui non mi pento. 😲😲 Continuazione nel primo commento 👇👇

Non gli risposi più. Presi semplicemente il telefono e, con le mani tremanti, composi il numero di mia madre. Appena sentii la sua voce, non riuscii a trattenermi — le lacrime scesero da sole sulle guance.

— Mamma, vieni subito… Ho 39 di febbre, sto molto male. Porta per favore degli antipiretici e portami via da qui, — sussurrai. — E inoltre… chiama il nostro avvocato. Che prepari i documenti per il divorzio.

Dall’altra parte ci fu un attimo di silenzio, poi mia madre disse con fermezza:

— Figlia mia, resisti. Sto già arrivando. Nessuno ha il diritto di trattarti così.

In quel momento mio marito ricominciò a brontolare che io “drammatizzavo troppo”, ma le sue parole ormai non avevano più alcun peso. Guardavo il soffitto e, per la prima volta dopo tanto tempo, sentivo sollievo.

Sì, davanti a me non sarà facile: il divorzio, i cambiamenti, una nuova vita. Ma la cosa più importante è che finalmente ho smesso di sopportare l’umiliazione.

 

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