Sarah Rav di Melbourne ha solo 22 anni, ma ha già molta esperienza nell’affrontare una malattia complessa.
Il fatto è che la ragazza voleva davvero perdere peso ed è stata così portata via da questo processo che si è portata all’esaurimento e ai problemi psicologici.
La ragazza ha deciso che avrebbe dovuto mettere in ordine il suo corpo, si è rigorosamente limitata al cibo e consumava 300-400 calorie al giorno e correva ogni giorno per tre ore.
“Non si trattava di perdere peso o di voler apparire in un certo modo. Volevo essere migliore”, ha ammesso Rav.
Presto il suo peso era già di soli 30 kg, i suoi capelli sono iniziati a cadere e la sua salute generale si è deteriorato.
Gli insegnanti dell’istituto medico dove studiava la ragazza hanno iniziato a notare che era completamente
indebolita e le hanno proibito di frequentare le lezioni fino a quando non si fosse completamente ripresa.
Le è stato consigliato di consultare un terapista e uno psicologo. Sarah ha ritardato il momento di andare in clinica fino a
quando non si è ammalata gravemente ed è stata ricoverata in ospedale con una diagnosi di anoressia nervosa.
Dopo l’esame da parte di specialisti, alla ragazza è stato prescritto un trattamento ed è stata anche costretta a riprendere una dieta completamente equilibrata.
“È difficile per una persona con una malattia mentale ammettere di soffrirne”, si è lamentato Rav. Per due anni, Sarah è riuscita a recuperare di 19 chilogrammi.
Ha iniziato a visitare la palestra e ad impegnarsi in uno schema di allenamento prescritto per aumentare la massa muscolare.
La studentessa ha ammesso che nonostante siano trascorsi due anni, non si è ancora del tutto ripresa dalla malattia, a volte è visitata da “cattivi pensieri”.
Tuttavia, sta costruendo con sicurezza una nuova vita felice. “Ho superato l’anoressia, ma ho schemi da dimenticare, nuovi comportamenti da incarnare e ferite da guarire.
Richiede tempo. Ma non c’è niente di sbagliato in me e in chi sono. Sentivo che qualcosa non andava in me,
ma avevo paura di aprirmi con i miei cari. Non si deve incolpare la depressione, lo stress post-traumatico e altri disturbi mentali”, ha riassunto.