Per otto anni lo sceicco maltrattò le sue mogli, spezzò la loro volontà e chiamò quelle donne la sua proprietà – finché nella sua vita non comparve una giovane studentessa, che fece qualcosa di terribile

Gentilezza

Per otto anni lo sceicco maltrattò le sue mogli, spezzò la loro volontà e chiamò quelle donne la sua proprietà – finché nella sua vita non comparve una giovane studentessa, che fece qualcosa di terribile 😱😱

Per otto anni lo sceicco visse come se il mondo intero fosse il suo giocattolo. Ricchezza, potere e risorse infinite lo avevano trasformato in un uomo che si considerava padrone non solo di terre e palazzi, ma anche dei destini umani.

Ogni anno il suo harem si arricchiva di nuove ragazze – bellezze da tutto il mondo. Alcune arrivavano volontariamente, attratte dallo sfarzo e dalla ricchezza, altre venivano prese con la forza o con l’inganno.

Ma lo sceicco non le amava. Le distruggeva.

Per lui ogni donna non era una sposa, ma un oggetto, una proprietà. Sul dorso di ciascuna lasciava un segno rosso – simbolo di appartenenza.

Non era un ornamento: quel marchio significava che avevano perso la libertà per sempre. Nessuna delle mogli aveva il diritto di lasciare l’harem o di contattare i propri familiari.

Così andò avanti per molti anni. Ma un giorno nella sua vita apparve lei.

Una giovane studentessa, bella e orgogliosa. Ebbe l’audacia di rifiutare lo sceicco. E questo divenne per lui una sfida.

Decise che l’avrebbe ottenuta a qualunque costo. Aveva denaro, contatti e un potere senza limiti. Ben presto la ragazza perse tutto: fu espulsa dall’università, la casa del padre venne confiscata, la madre rimase senza medicine e lei stessa perse il lavoro.

Non le lasciarono scelta. Per salvare la sua famiglia accettò di sposarlo.

Lo sceicco era convinto di averla spezzata, come tutte le altre. Ma non sapeva che presto sarebbe accaduto qualcosa di terribile 😱😱 Continua nel primo commento 👇👇

Dopo che la ragazza fu costretta a entrare nell’harem, lo sceicco era sicuro di averla vinta. Ma in realtà lei aveva scelto un’altra tattica.

Imparò a sopportare e a elaborare un piano. Così passò quasi un anno.

In quel tempo guadagnò la fiducia dello sceicco.

Nell’harem lavorava una vecchia serva. All’inizio la ragazza le chiedeva solo di infusi innocui, per alleviare il dolore o per dormire.

Poi iniziò a interessarsi alle piante rare del deserto.

Così venne a sapere delle “lacrime di scorpione” – una polvere ottenuta dal veleno essiccato degli scorpioni del deserto. In una minuscola dose era invisibile, ma entrando nel corpo paralizzava il cuore. I sintomi sembravano un infarto naturale.

Ma c’era ancora un problema: il cibo e le bevande dello sceicco venivano sempre controllati dai suoi servi personali. Qualsiasi tentativo di avvelenarlo sarebbe finito con la sua scoperta.

Lei sapeva: se avesse sbagliato, non sarebbe morta solo lei, ma anche sua madre e persino suo padre. La ragazza cominciò a cercare un’altra via.

Le venne un pensiero che inizialmente la spaventò: avrebbe dovuto trasmettere il veleno durante l’intimità.

E scoprì anche di un antidoto, che si poteva ricavare dalla radice di una pianta amara, chiamata “lacrima d’Adamo”.

Lo preparò di nascosto e lo assunse a piccole dosi, finché il suo corpo non si abituò.

Quella notte lo sceicco era particolarmente allegro. Beveva vino, rideva e, come sempre, si compiaceva del suo potere.

Quando rimasero soli, lei fece qualcosa che lui non si aspettava: lo baciò per prima. A lungo. In quell’istante, un granello minuscolo della polvere, nascosto nella sua guancia, passò nella bocca di lui insieme alla saliva.

Lo sceicco non si accorse di nulla. Dopo pochi minuti il suo volto cambiò. Tentò di alzarsi, ma le gambe non lo sostenevano più.

Ben presto cadde a terra, ansimando. I servi entrarono correndo – ma era troppo tardi. Nessuno sospettò della giovane: tutti pensarono che lo sceicco fosse morto di un infarto.

E la ragazza sapeva: da quel giorno non avrebbe mai più spezzato la vita di nessuno.

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