Sono entrata in un ascensore pieno e sullo schermo è comparso l’avviso «Sovraccarico»: gli altri passeggeri mi hanno cacciata, chiamandomi grassa, ma all’improvviso ho fatto qualcosa di del tutto inaspettato

Gentilezza

Sono entrata in un ascensore pieno e sullo schermo è comparso l’avviso «Sovraccarico»: gli altri passeggeri mi hanno cacciata, chiamandomi grassa, ma all’improvviso ho fatto qualcosa di del tutto inaspettato 😲😲

Questa mattina mi è successa una cosa spiacevole.

Dovevo salire al quindicesimo piano dell’ufficio, dove l’ascensore era piuttosto vecchio. Naturalmente fare quindici piani a piedi sarebbe stata una vera prova per me. A dire la verità, sono una ragazza di corporatura robusta e, come spesso accade, a volte mi è difficile muovermi.

Sono entrata in ascensore: dentro c’erano già due uomini, una madre con un bambino e una donna sui cinquant’anni. Le porte stavano per chiudersi, ma l’ascensore non partì. Sullo schermo apparve l’avviso: «Sovraccarico. Un passeggero deve scendere».

Tutti si girarono subito verso di me. Nessuno disse nulla apertamente, ma gli sguardi parlavano chiaro: «Sei grassa – scendi tu».

— «Signora, può scendere? Siamo in ritardo», disse la donna anziana.

— «Non sono una signora, ho solo diciannove anni», risposi.

— «Oh cielo, a quell’età ridursi così. Ragazza, scendi, è colpa tua se c’è sovraccarico.»

— «Ho fretta, non posso scendere», replicai trattenendomi.

Allora intervennero gli uomini:

— «Ma non vedi che stiamo aspettando? Scendi subito!»

— «Sali a piedi, ti farà bene.»

La mia pazienza era finita. E allora feci qualcosa che nemmeno io mi aspettavo da me stessa. 😢😲
Racconto la mia storia nel primo commento, e voi ditemi: vi è mai capitato qualcosa di simile? 👇👇

Sospirai e premetti il pulsante «apri porta».

— «Va bene, scendo», dissi facendo un passo di lato.

Ma, con sorpresa di tutti, l’ascensore non partì comunque. Li guardai e scoppiai a ridere:

— «Oh, capisco, tra voi c’è qualcun altro un po’ sovrappeso. Allora, chi scende adesso? Forse lei, nonna?»

— «Non sono una nonna, ho solo quarantacinque anni», rispose seccamente la donna.

— «Non si direbbe. Sembrate più vecchia. Su, scenda finalmente, con il suo peso in più blocca la gente.»

La donna sbuffò e uscì dall’ascensore. Ma di nuovo – silenzio. Le porte si chiusero e l’ascensore non si mosse.

Io ormai ridevo a voce alta, non riuscivo a fermarmi. Uno dopo l’altro cominciarono a scendere, convinti che fosse quella la causa. Ma l’ascensore continuava a non funzionare.

E solo dopo si scoprì che il problema non ero io. Il vecchio ascensore aveva già da tempo dei guasti e quella volta semplicemente si era rifiutato di partire.

E io rimasi nel corridoio a ridere così forte che probabilmente a loro fischiavano le orecchie.

 

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